"DUE CUORI"
BettyBellù, una firma che identifica l’unione di due donne,
Elisabetta Orsenigo e Anna Bellù.
La loro forza risiede in due elementi determinanti, una solida e sincera amicizia e un estro creativo condiviso nella gioia di creare bellezza. Ogni opera è il frutto di un’intuizione comune e della successiva ricerca e sperimentazione nella liberà assoluta d’espressione e tecnica. Quattro mani, un solo cuore, due anime differenti che si fondono e si completano al meglio sono il risultato di un incontro casuale, al di fuori dal mondo dell’arte ma ora ben salde nel segno dell’armonia e del sorriso. Penso di poter dire che sia davvero difficile raccontare a parole l’energia che si sprigiona nel loro studio di Seregno quando loro sono presenti, ricoperte di colore e incorniciate da oggetti e scritte. Ogni dettaglio di questa cornice nella quale lavorano, creano e giocano, meriterebbe particolare attenzione, perché tutto racconta di loro, della loro personalità e della voglia di “creare”. In quello che loro chiamano disordine, in realtà è semplicemente il luogo in cui nascono e prendono forma concretamente le idee tra chiodi, ferri arrugginiti, tele, porte, insegne, quadri, vestiti e colle.
L’energia creativa spesso travolgente di Betty si incontra con la “calma apparente” di Anna, una laureata in lingue e l’altra al Politecnico, distanti tra loro per stile e carattere sono artisticamente l’una il completamento dell’altra, il risultato è assolutamente entusiasmante. Il successo che le opere del dinamico “duo” femminile sta riscontrando è dunque ampiamente meritato in virtù della indubbia maestria creativa e della capacità di raccontare idee ed emozioni attraverso l’uso di materiali, a volte di scarto, con una nuova veste simbolica, sicuramente autorevole.
E’ così che ogni opera diventa una scoperta molto piacevole e coinvolgente, nella quale ogni minuscolo dettaglio alimenta una lettura polisemica molto interessante, dove ognuno può raccogliere una propria personale emozione. “Betty Bellù” dal principio dei loro incontri alimentano un fermento espressivo impostato sull’assoluta libertà, gli schemi costituiti non fanno parte della loro sensibilità creativa, le artiste rifuggono l’arte tradizionale gettando, a modo loro, un nuovo seme nel mondo dell’arte contemporanea, con la simpatia e l’energia che le contraddistinguono.
L’imprevedibilità che aleggia sul loro prossimo lavoro è un ulteriore dettaglio che rende affascinante un percorso d’arte iniziato nel 2014.
Arte dunque come risultato della somma tra passione e professione, in un percorso che tra mostre, aste e fiere d’arte sta diventando sempre più interessante per appassionati e collezionisti internazionali.
Testo di Alberto Moioli
"IRON LADIES"
Due artiste alla ricerca di sentimento, emozioni e natura nel grigio della metropoli.
L’arte, se intesa come profonda espressione di un artista, molto spesso rappresenta il vissuto e l’esperienza di una persona creativa che, attraverso il suo genio e la sua capacità tecnica, si esprime nelle sue opere e trasmette tutta la complessità delle proprie emozioni. Rimane sottinteso il fatto che è molto raro trovare persone dotate di questo talento. Ancor di più, trovare artisti capaci di accompagnarsi e condividere un percorso di vita artistica. Questa è l’avventura, come la definiscono loro, che stanno condividendo Elisabetta “Betty” Orsenigo e Anna Bellù, due artiste incontratesi per caso che hanno trovato l’una nell’altra una sensibilità complementare che permette loro di elevare esponenzialmente la forza della loro arte. Un viaggio incentrato sull’esplorazione dell’animo umano e sui sentimenti che pervadono le loro opere. Come delle artigiane d’altri tempi infondono nei loro lavori tutto l’affetto e la generosità che possiedono, riuscendo a conferire nuova vita alla materia. Il loro percorso comune, intrapreso nel 2014, le ha portate nel giro di pochissimo tempo a individuare una propria strada, uno stile artistico particolare e personale, da subito riconosciuti dalla critica e dal pubblico. I lavori che caratterizzano il primo periodo del sodalizio artistico sono incentrati sulla ricerca tecnica ed estetica e dall’affinamento delle capacità collaborative e complementari delle due artiste. La decorazione è l’ambito in cui per primo si sperimentano. Fiori, abiti e animali sono le figure che le aiutano a sperimentare il tratto, il colore e i materiali da utilizzare. Le pennellate si fanno sempre più sfumate, ma allo stesso tempo inseriscono elementi di durezza sia in senso figurato che in senso materiale. L’utilizzo di chiodi, legno, parti in ferro, lamiere arrugginite entra stabilmente a far parte delle loro opere. Il periodo successivo del loro viaggio si incentra sull’approfondimento delle emozioni e dei sentimenti, espressi attraverso la figura femminile. Volti, corpi e ballerine, figure eteree spesso contrastate dall’asprezza dei materiali di riuso inseriti o nascosti nelle opere. Un contrasto di grande impatto che si sviluppa fino ad arrivare all’inversione delle parti. “Lezioni di piano” è un’installazione totalmente composta da materiali di riuso, parti di macchinari e pagine di spartiti, in cui la protagonista è solo delineata nei contorni da un filo di ferro arrugginito.
La loro avventura, ora, si sta avviando verso uno stile in cui la figura è sempre meno definita e la contrapposizione tra realismo e astrattismo diventa sempre più inadeguata per descrivere la loro arte. Il nuovo stile di BettyBellù si rintraccia con maggiore forza negli “Urbani”. La cenere è l’elemento che fa da padrone in questa serie di lavori. I colori quasi scompaiono, i tratti e le linee sfumano nella maestria con cui le artiste padroneggiano un mezzo tecnico così complesso e inusuale. I paesaggi, delineati da costruzioni urbanistiche e ritratti dalle più diverse angolature, trasmettono un fascino geometrico che si contrappone al messaggio ecologista rafforzato dalla cenere e dai frequenti inserti di materiale proveniente da scarti di officine e discariche. Lo skyline è immediatamente riconoscibile al primo sguardo, ma appena ci si avvicina per scrutare approfonditamente le opere, l’occhio si perde nelle linee e nelle sfumature, nelle forme e nelle scritte, che sembrano sempre diverse e paiono non finire mai.
Il gusto estetico delle due artiste si fonda sull’esperienza vissuta da entrambe nel campo dell’arredamento e del design. Le tecniche utilizzate, la capacità di creare da sole i supporti dei loro lavori e le installazioni, la grande capacità nella manipolazione dei materiali, permettono loro di creare nuova vita tramite l’arte. La stessa tecnica del riuso nasce da una passione di BettyBellù per il vintage e l’accumulazione di qualsiasi oggetto si trovino tra le mani. Da qui una riflessione che le ha portate a voler valorizzare tutto ciò che viene scartato, ritenuto inutile o inutilizzabile, ma che ha avuto una sua genesi e una sua storia. Senza dimenticare il messaggio ecologista, a favore del riciclo e contro l’inquinamento che pervade la loro produzione artistica. La valorizzazione del rapporto tra la materia e il lavoro umano che la trasforma spingono le due artiste a conferire una grande importanza ad ogni opera, soprattutto per l’anima e l’impegno che riversano in ogni gesto e in ogni operazione che compiono nella loro creazione artistica. Tutto l’affetto che provano per le proprie opere non le porta però a un attaccamento egoistico verso di esse, anzi, la generosità con cui le offrono al pubblico e con cui le rendono fruibili sottolinea ulteriormente il loro impegno verso l’arte, verso il messaggio e i sentimenti che vogliono trasmettere.
Testo di Vittorio Fiori
"MI PIACE PENSARE CHE......."
Mi piace pensare che… Le cose che viviamo si caricano dei nostri ricordi, ed assorbendo le emozioni acquistano un’anima. Mi piace pensare che… Le cose cantano una canzone che non tutti sanno ascoltare. Ho incontrato due artiste che sanno ascoltare. Raccolgono storie e canti per farle danzare con il proprio cuore in opere che si creano a quattro mani. Una danza antica, per sole donne, custodi del senso della creazione; loro possono capire forse, sicuramente più di me, io posso solo guardare con meraviglia. Nella loro arte fatta di oggetti abbandonati e riportati in vita: vecchie porte, tele, chiodi, catene e cenere, si fonde la loro amicizia, il loro essere donna: fragile ma forte. Un’amicizia unica e rara come uniche realmente sono le loro opere, da tenere ed ascoltare per educarsi a sentirne il canto.
Testo di Giuseppe Cascone